Introduzione

Mentre gli animali vertebrati, dai pesci ai mammiferi, sono da sempre al centro delle attenzioni degli specialisti che si occupano di conservazione delle risorse biologiche e di conseguenza del pubblico più ampio, altrettanto non si può dire per il grande, e non ancora definito, numero di animali che appartengono alla eterogenea categoria degli Invertebrati termine non sistematico utilizzato per indicare indifferentemente molluschi, artropodi, anellidi e celenterati e altri organismi ancora.

Eppure questi animali hanno un ruolo di capitale importanza negli equilibri ecologici e costituiscono, grazie alla varietà delle forme, la base stessa della biodiversità degli ecosistemi terrestri, marini e d’acqua dolce.

Per colmare in parte questa lacuna d’informazioni, il WWF Italia ha promosso il presente Libro Rosso degli Animali invertebrati d’Italia, che vuole essere momento di riflessione sullo stato di salute della fauna non vertebrata nel nostro Paese. Questa pubblicazione nasce grazie al supporto del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e all’incoraggiamento di numerosi collaboratori e specialisti.

Negli anni passati il WWF Italia ha prodotto tre volumi denominati “Libri Rossi” che hanno avuto un’ampia diffusione non soltanto tra gli addetti ai lavori.

La realizzazione dei precedenti volumi: il “Libro Rosso delle Piante d’Italia” (1992), le “Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia” (1997) e il “Libro Rosso degli Animali d’Italia - Vertebrati” (1998), ai quali si aggiunge la monografia Libro Rosso delle farfalle d’Italia (1989), non sarebbe stata possibile senza il contributo del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, del Ministero dell’Ambiente e la collaborazione di numerosi specialisti. A tutti loro va ancora una volta il nostro ringraziamento.

Le Liste Rosse adottano tradizionalmente i criteri definiti dall’Unione Mondiale per la Conservazione (IUCN), per definire il rischio di estinzione delle specie. Com’è noto, discutere di estinzione o di rischio d’estinzione ha senso soltanto conoscendo in dettaglio l’ areale della specie, la sua ecologia, la capacità d’adattamento, il suo ruolo nella_ rete trofica della comunità d’appartenenza, in altre parole l’insieme delle caratteristiche ecologiche, strutturali e funzionai i proprie della specie (Raup D.M., 1994; Leaky R. e Lewin R., 1998). Non sempre per gli invertebrati queste informazioni sono disponibili; anzi per migliaia di specie sono note soltanto per il nome assegnatogli dai sistematici, ma più è conosciuto sul loro ruolo nell’economia della natura.

La pubblicazione del Libro Rosso degli Invertebrati d’Italia non vuole essere una e solo specialistica, ma proporre un momento di stimolo per ulteriori ricerche sullo stato della nostra fauna. Il criterio adottato è stato quello di analizzare l’insieme dell’ universo degli invertebrati nazionali, ad eccezione dei Protozoa, al fine di:

stimolare, in un’accezione macroscopica, l’interesse di un pubblico che si voglia il più ampio possibile oltre che degli addetti ai lavori;

gettare le basi per l’elaborazione d’eventuali Piani d’Azione (Action Pian) per singole specie o più opportunamente gruppi di specie di invertebrati;

fornire un supporto per far inserire nelle normative regionali, nazionale e comunitaria, specie di invertebrati che gli specialisti del settore indicano “a rischio” da anni;

contribuire a rafforzare le basi per un ruolo attivo della nostra comunità scientifica, coniugata con l’ambientalismo scientificamente più preparato, negli ambiti delle convenzioni comunitarie ed internazionali deputate alla conservazione della biodiversità.

Come ben sintetizzato in recenti pubblicazioni del Ministero dell’Ambiente (La Posta, 1999), soltanto 7 Poriferi (circa lo 1,5% sul totale del Phylum), 7 Celenterati (1,5%), 20 Molluschi (<1%), 1 Anellide (<1%), 9 Crostacei (<0,5%), 38 Insetti (0,1%) e 1 Echinoderma (<1%) sono tutelati dalla normativa nazionale (L. N. n. 157/92) e comunitaria (Direttiva “Habitat” n. 92/43/CE), oltre che dalle Convenzioni internazionali (Berna e Washington).

Questo lavoro costituisce una prima analisi organica sulle informazioni relative allo stato di minaccia in cui versano tutte le specie di invertebrati nel nostro Paese.

Sorprendentemente le specie animali considerate minacciate per una Direttiva non corrispondono a quelle considerate tali da una Convenzione, lo stesso dicasi comparando una Lista Rossa con una Legge nazionale e così via. Questa discrepanza trova, parzialmente, una sua ragione d’essere sia nei tempi lunghi d’elaborazione delle diverse normative (ed in alcuni casi anche nel loro non aggiornamento) sia nello sviluppo delle conoscenze scientifiche che stanno alla base della biologia della conservazione. D’altra parte, tra i diversi organismi istituzionali non sembra esserci uno scambio coèrente d’informazioni, né un’adozione di criteri oggettivi utili a designare il livello di minaccia che corrono le specie:

Non si vuole qui affrontare la dinamicità dei processi ecologici ed evolutivi in corso, né tanto meno valutare l’impatto dell’uomo sulle biocenosi (immissione di specie “aliene” incluse), problemi che esulano lo scopo di questa pubblicazione, quanto piuttosto, in primo luogo, soffermarsi sulle indicazioni delle specie minacciate così come emergono dalla lettura di documenti ufficiali (Check List, Red Data Book 2002, ecc.).

Con lungimiranza, il Prof. Mario Pavan, un precursore a livello europeo nella conservazione degli invertebrati propose già una ventina di anni fa la “Carta sugli Invertebrati” che fu adottata il 19 giugno 1986 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

Già all’epoca, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa invitava gli Stati Membri a tenere conto di questa Carta nella definizione delle loro politiche di gestione degli ambienti naturali al fine di conservare la componente non vertebrata delle biocenosi.

Per la novità delle sue idee e per le sue implicazioni concrete, la “Carta sugli Invertebrati” rappresentava una vera e inaspettata rivoluzione culturale: metteva il Consiglio d’ Europa in una posizione di avanguardia mondiale per quanto riguardava la conservazione della natura e il miglioramento della qualità di tutte le forme di vita.

 

Il WWF Italia considera a tutt’oggi il lungimirante documento del Professor M. n caposaldo nella conservazione degli invertebrati in Europa: un patrimonio concettuale senz’altro da attualizzare.

La Lista Rossa dei Invertebrati d’Italia è un contributo in tal senso.

Fonte:
Libro Rosso degli Animali d'Italia: Invertebrati





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