Etologia
Sin dall'antichità l'uomo ha visto carnivori come competitori anche se, con il suo progredire tecnologico, ha saputo combattere e vincerli. Con alcune specie l'uomo ha intentato delle vere guerre in quanto visti come simboli da sconfiggere indipendentemente dalla loro pericolosità. In ambito comportamentale è necessario al carnivoro imparare come e quali animali cacciare e ciò avviene nel periodo neonatale imitando il comportamento degli adulti. La predazione avviene in tre fasi: agguato, uccisione ed alimentazione; la prima inizia con l'inseguimento di una preda che si muove (da piccoli è un gioco), la seconda varia da specie a specie in quanto subentrano fattori quali: grandezza della preda e se la stessa è sola o in gruppo. Nel caso di preda più piccola l'uccisione avviene con un unico morso inferto tra cranio e collo, mentre i canidi utilizzano sia il morso che lo scuotimento che provoca stordimento alla preda. Sia tra i felidi che tra i canidi esistono specie in grado di catturare prede più grandi di loro. I felidi tendenzialmente cacciano da soli e quindi sono più incisivi nell'attacco sfruttando come arma la sorpresa; i canili, che sono specie sociali, cacciano in gruppo e attaccano la preda contemporaneamente. Anche il modo di cibarsi della preda è diverso tra le varie specie: i carnivori di piccole dimensioni la mangiano partendo dalla testa, mentre quelli più grandi, dalle parti molli, gli animali solitari attaccano chiunque si avvicini al loro pasto, gli altri lo spartiscono pacificamente. Anche il territorio di caccia è ben definito nonostante vi siano alcune specie nomadi. Nei pinnipedi il possesso del territorio non è fondato sull'alimentazione ma sulla riproduzione in quanto i maschi scacciano i rivali che si avvicinano troppo alle femmine presenti sul suo territorio. Ma come difendere il territorio? Non necessariamente deve avvenire un'aggressione dato che la maggior parte dei carnivori marca con i suoi odori il territorio con l'urina e le feci. Queste ultime hanno lo scopo sia di orientare il “proprietario” del territorio, sia di intimidire gli intrusi anche se non sempre riesce ad evitarne lo scontro. La difficoltà del carnivoro di poter ferire seriamente l'avversario porta alla ritualizzazione della lotta che evita la morte dei contendenti. Ad esempio un leone lotterà con un altro leone in maniera diversa da quando ha di fronte una preda in quanto il fine non è l'alimentazione. Il combattimento è preceduto da minacce reciproche che servono ai contendenti per evitare l'attacco diretto, in quanto basterebbe che uno dei due mostrasse segni di sottomissione per finire il duello. Durante il periodo riproduttivo i duelli sono più frequenti sia tra le specie sociali che quelle asociali; nei primi vige una gerarchia dove l'individuo più forte gode di alcuni privilegi (è l'unico a potersi accoppiare ed è il primo a cibarsi della preda). Anche il sesso è importante all'interno della gerarchia, ma può essere diversa tra le specie: in alcune, femmine e maschi vivono separati, in altre riunite all'interno dello stesso gruppo. Nei carnivori la propria disponibilità sessuale avviene con l'emissione di sostanze chimiche (ferormoni) che aiutano a capire l'importanza dell'olfatto nell'accoppiamento. In quasi tutte le specie l'estro e l'ovulazione sono simultanei e le femmine possono accoppiarsi con un solo o più compagni in base alle specie. I carnivori non costruiscono nidi ma sfruttano i rifugi naturali, i piccoli restano con la madre per periodi più o meno lunghi. Al termine dell'allattamento molti canidi continuano a nutrire i cuccioli rigurgitando il cibo. Appena nato il cucciolo ha già comportamenti innati come la ricerca dei capezzoli con il capo. L'apprendimento da parte del cucciolo viene chiamato imprinting con cui imparano ad integrarsi al gruppo. Da giovani sono attivi esploratori e giocherelloni, attività che li portano ad affinare le tecniche di attacco e di difesa.